martedì 12 giugno 2012

Stockholm Secret


La prima volta che ho fatto una vacanza da sola ero in Australia: 5 giorni al nord per vedere la barriera corallina. La seconda volta è capitato a Stoccolma. Lì ero veramente da sola. Niente escursioni, niente gruppi, niente di niente. Giri per la città con i pensieri nella testa: parole, canzoni, ripensamenti, apprezzamenti, insulti. Ogni tanto immagino che qualcuno mi legga nel pensiero, altre volte lo spero.

Ho sempre pensato che per stare da soli seduti da qualche parte, sia necessaria una certa sicurezza di sé. Conoscersi bene e riuscire a tenere a bada i propri pensieri, le introspezioni e le catastrofi mentali che incominciano a prendere forma quando si sta più di un quarto d'ora in silenzio senza fare niente.
Ricordo ancora come un incubo la cena solitaria di Stoccolma. Davanti al mio piatto, mentre tutti gli altri chiacchieravano tra di loro: amici, amanti, innamorati. Con il cameriere che ti guarda in un misto di compassione e ammirazione.

Mi è ricapitato, ultimamente, di passare del tempo da sola: cammino tanto, mangio sola con la radio che mi fa compagnia e mi siedo al bar con il mio libro, faccio un po' l'intellettuale e spio quello che mangiano gli altri.
E la mia mente si affolla di pensieri. L'unico inconveniente del silenzio è l'incapacità di riavere un dialogo normale subito dopo e capita di rispondere male, di innervosirmi e di prendermela per una parola che mi sembra sbagliata o per le troppe parole che mi vengono dette. È come uscire da una caverna.
In ogni caso ve lo consiglio, basta superare la paura del rumore prodotto dai pensieri. E per cominciare sedetevi ad un bar, accertatevi che i camerieri siano particolarmente belli  e usate la mente per immaginare una vita diversa al loro fianco.

Nessun commento:

Posta un commento