mercoledì 4 luglio 2012

Apriamo un Café Belga anche a Milano


Chi segue Terrazza Tartini, ultimamente ha letto più volte questo nome, Café Belga. Cos'è? Qui a Bruxelles è quasi un'istituzione, è sempre aperto: mattina, pomeriggio, sera. Qui trovi la colazione, il brunch, il lunch, l'aperitivo, la merenda, la cena, il dopo cena e il DJ set. Non si fermano mai.
Lo spazio è enorme, sia fuori che dentro. Contraddistinto da sedie azzurro cielo, davanti alla Chiesa di Sainte Croix.
Il venerdi e il sabato sera è pieno di giovani che bevono birra e ballano davanti al DJ, se fa caldo tutti fuori fino a ricoprire metà della piazza, se invece fa freddo tutti dentro, uno schiacciato sull'altro.
Per prendere una birra, ci vuole anche un quarto d'ora. Bancone pieno e 4 camerieri che non si fermano mai. La mattina del sabato e della domenica pieno di famiglie con bambini, giovani, anziani, chi studia, chi legge, chi lavora al computer.
I bimbi che corrono qua e là e il bancone sempre pieno, e tu ad aspettare il tuo turno per ordinare un caffé un po' schifoso da sorseggiare davanti a un libro o chiacchierando con un'amica.
Il Café Belga è una certezza, lo trovi sempre al solito posto, qualsiasi sia il tempo, un buon luogo di ritrovo, puoi iniziare o finire la serata, puoi iniziare o finire la giornata. Non ti abbandona mai, meglio di un amico o di un fidanzato.
Non c'è età, non c'è classe sociale, non ci sono etichette e non ci sono cliché, solo le sedie azzurre di ferro.
Uscita di lì una mattina ho pensato che quando avrò dei figli, vorrei un posto come quello per portarli. Non ci sono quelle mamme isteriche che dicono costantemente "stai fermo, non correre, non macchiare, non urlare!": li i bambini possono fare i bambini e le mamme possono chiacchierar, non so come ma non mi è capitato di vedere scene apocalittiche di marmocchi che rovesciano sedie e buttano per terra bicchieri.
Il Café Belga è la metafora della città: non ci vuole il vestito adatto per andarci, neanche un'età, non un'idea politica particolare.
Domenica scorsa, proprio davanti al bar, hanno montato un piccolo palco. Oltre a dare da mangiare specialità spagnole, alcuni gruppi intrattenevano la gente con un po' di musica. Ho sbirciato ed è stato bello veder ballare non i soliti giovani sballoni, ma mogli e mariti, signore di una certa età, bimbi, vecchietti al centro della pista. E vi assicuro che non era il circolo del liscio.
Ecco perché vorrei un Café Belga a Milano, per imparare a prendersi un po' meno sul serio sapendo che la porta è sempre aperta per tutti. Per chi indossa un tacco 12 e per chi vuole fare colazione dopo aver fatto la spesa al mercato.

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